Trappole e vantaggi della ricerca online del partner
17.07.2015 00:00
Agenzie matrimoniali e portali di annunci personali a confronto
Hanno ben colto la diffusione e l’intensità del bisogno sotteso alla ricerca di un partner (v. C.D.P. – Cercasi Disperatamente Partner) tutti quei portali di annunci personali che ormai proliferano in rete con le promesse di soluzioni gratuite (o a basso costo) del problema, e che hanno progressivamente scalzato le agenzie matrimoniali dell’era pre-internet e le loro onerose tariffe per proposte d’incontri affidate alla valutazione delle consulenti invece che alla libera scelta delle parti interessate. Sondaggi realizzati negli Stati Uniti stimano che, mentre nel 1992, agli esordi di Internet, meno dell'1% degli americani conosceva il proprio partner attraverso annunci personali o il ricorso ad agenzie matrimoniali, già nel 2009 il 22% delle coppie eterosessuali e il 61% di quelle omosessuali riferiva di averlo incontrato online.
D’altro canto, anche le agenzie matrimoniali – lungi dall’essere scomparse – si sono semplicemente adattate all’era digitale abbassando i loro costi d’iscrizione e strumentalizzando la fiducia popolare nelle miracolistiche risorse della scienza - e della psicologia in particolare – attraverso la proclamazione di avvalersi dei metodi della psicologia scientifica mediante l’utilizzo di test di affinità e di sofisticati algoritmi informatizzati di abbinamento dei profili.
A parte il fatto che, almeno in Italia, questi millantati criteri di psicologia scientifica sono di solito sbandierati da chi non ha alcuna competenza professionale nell'utilizzo e nella validazione dei test psicologici (i.e., trovare psicologi che lavorino nelle agenzie matrimoniali italiane è come trovare un ago in un pagliaio, benché molte consulenti usassero in passato attribuirsi “ad honorem” questo titolo), è bene ricordare che tutte le ricerche scientifiche finora condotte sul tema negli Stati Uniti hanno smentito ogni pretesa scientificità di questi “test di affinità” e degli “algoritmi” ad essi associati (HOURAN et al., 2004; FINKEL et al., 2012). Anzi, Eli J. Finkel, professore associato di Psicologia Sociale alla Northwestern University, si è spinto ad affermare:
“Non solo non c’è [di questo] nessuna evidenza scientifica, nonostante le pretese dichiarate [dalle agenzie matrimoniali, ma] il mio team è diventato pessimistico anche sul fatto che possa mai esistere in linea di principio un algoritmo in grado di abbinare efficacemente le persone basandosi sugli approcci adottati da questi siti” (E.J. FINKEL, trad. mia).
Rispetto ai portali di ricerca fai-da-te del partner, il vantaggio delle attuali agenzie matrimoniali online non è dunque né quello di un maggior successo degli incontri proposti attraverso algoritmi di massimizzazione delle similarità, né tantomeno quello di una più oculata “scrematura” dei profili.
Purtroppo mancano ancora nel nostro Paese ricerche scientifiche affidabili di valutazione del mondo degli incontri online, così che i soli dati nazionali di cui disponiamo sono quelli divulgati dagli stessi siti d’incontro o da sedicenti siti di consigli all’utenza che lasciano trasparire fin dalla prima occhiata sia la loro palese partigianeria di giudizio sia l’assenza di ogni rigore metodologico nei test di valutazione presentati (www.guida-incontri.it). D'altra parte, anche i pochi psicologi che in Italia si sono occupati del fenomeno con occhio professionale (Giusti, Di Nardo, 2008) non riescono a sfuggire a diverse ingenuità nelle loro considerazioni sull’operato delle vecchie e nuove agenzie di intermediazione, almeno a giudizio di chi - come la sottoscritta - ha avuto modo di conoscere dall’interno gli aspetti bui del settore, avendo lavorato in agenzia matrimoniale nell’era pre-internet,.
Ad esempio, l’auspicata selezione dei clienti non sussisteva nemmeno nelle agenzie matrimoniali di vecchio tipo, dove le consulenti avevano modo di conoscere di persona gli interessati in lunghi colloqui faccia a faccia, ma non di evitare che venissero da questi strategicamente omesse informazioni rilevanti (es. feticismo sessuale, disturbi psichiatrici non palesi, figli avuti fuori dal matrimonio, ecc…) o che fosse dichiarato il falso quanto alla professione, al tenore di vita, ai titoli di studio, o allo stato civile. Immancabili erano così, anche in agenzia, i casi di sedicenti “separati” che non avevano nemmeno una procedura di separazione legale in corso, poiché era consuetudine soprassedere alla richiesta di documenti che certificassero la separazione, bastando la produzione di un documento d’identità (che non permetteva di distingere tra coniugato e separato) e l’autocertificazione della separazione. Figuriamoci, dunque, quale migliore garanzia di veridicità del profilo possono fornire al riguardo le attuali iscrizioni online, con relativo self-report di tutti i propri dati!
Quanto poi al successo derivante dagli algoritmi adottati nell’abbinamento dei profili, torno a citare la fonte statunitense che si è specificamente occupata di questo:
“Riguardo agli abbinamenti dei profili, non vi è nessuna evidenza che gli algoritmi matematici dei siti d’incontro funzionino, o che favoriscano gli esiti romantici più di quanto non facciano altri mezzi di accoppiamento dei partner. Parte del problema sta nel fatto che i siti d’incontro costruiscono i loro algoritmi matematici sulla base di principi – tipicamente la similarità, ma anche la complementarietà – che sono molto meno importanti al benessere di una relazione di quanto non si creda. In aggiunta, questi siti sono impossibilitati a conoscere come i due partner cresceranno e matureranno nel tempo, con quali circostanze di vita si dovranno confrontare, quali risposte di adattamento svilupperanno nel futuro, e quali dinamiche della loro interazione promuoveranno o mineranno l’attrazione romantica e il benessere della relazione a lungo termine. Pertanto, qualsiasi algoritmo di ricerca inteso ad appaiare due persone sulla base di informazioni disponibili prima che queste si conoscano può a malapena incidere su una piccolissima porzione della varianza di una relazione romantica a lungo termine, e non sulla stabilità della medesima né sulla soddisfazione dei partner” (FINKEL et al., 2012a, trad. mia).
In aggiunta, sul mercato italiano, il tanto menzionato abbattimento delle tariffe (o la gratuità di molti portali di annunci) costituisce un vantaggio reale non per l’intera popolazione alla ricerca di un partner, ma solo per la metà maschile. Nelle agenzie pre-internet i costi d’iscrizione erano, infatti, davvero impegnativi soltanto per gli uomini (più disposti a spendere per il servizio), mentre le donne godevano anche allora di un’iscrizione totalmente gratuita o di continue promozioni ad hoc, che camuffavano con una finta occasionalità la sperequazione delle tariffe adottate per i due sessi, rendendo comunque la spesa femminile meramente simbolica. L’endemica penuria di donne che allora affliggeva tutte le agenzie matrimoniali rendeva, infatti, troppo preziose le iscrizioni del gentil sesso per scoraggiarle con richieste di denaro.
Il solo reale vantaggio competitivo che ha permesso alle attuali agenzie matrimoniali di sopravvivere alla sfida dei portali degli annunci fai-da-te è dato quindi dal poter offrire il privilegio dell’anonimato in rete, che viene incontro all’esigenza di riservatezza di molte persone impegnate in attività libero professionali, o comunque a contatto col pubblico, per le quali potrebbe costituire una seria compromissione d’immagine il fatto che un cliente possa trovare in Meetic (o siti similari) la loro foto, magari corredata da descrizioni più o meno intime e “piccanti” nel profilo personale. A parte questo vantaggio di tutela della privacy, nessuna qualità del servizio, nessuna garanzia aggiuntiva, nessuna selezione mirata dei/lle candidati/e e nessuna più alta percentuale di successi giustificano la spesa richiesta dall’iscrizione all’agenzia matrimoniale online rispetto all’equivalente ricerca fai-da-te (il più delle volte gratuita) consentita dai numerosi portali di annunci personali.
1. Svantaggi
La rivoluzione di internet ha enormemente ampliato rispetto al passato (numericamente e geograficamente) le possibilità di venire in contatto con persone dell’altro sesso (o dello stesso sesso, se omosessuali) motivate a instaurare una relazione di coppia. La vecchia inibizione femminile a iscriversi all’agenzia matrimoniale è stata superata dagli odierni siti d’incontro sfatando i vecchi timori di tariffe eccessivamente esose, ma soprattutto attraverso la praticità e il fai-da-te dell’iscrizione online, che ha dispensato dall’onere e dalla frustrazione di recarsi di persona in agenzia a sottoporre al vaglio di un’estranea (la consulente) tutta la propria vita sentimentale e i conseguenti desiderata. Questo, tuttavia, se da un lato ha permesso anche alle donne di trovare un canale alternativo a quello della casualità del quotidiano per fare conoscenza di uomini potenzialmente interessanti, ha d’altro lato rappresentato un grande vantaggio soprattutto per la parte maschile, che non deve più scontrarsi con l’endemica penuria di profili femminili che affliggeva le vecchie agenzie. Quanto poi alle caratteristiche dei profili (maschili e femminili) presenti in rete, si può ormai considerare in larga misura superato il vecchio pregiudizio per cui si rivolgerebbero a questo sistema d’incontri solo le persone meno desiderabili dei due sessi (brutte, malconce, timide, introverse, con problemi personali, con mire di sistemazione economica, ecc…). La sovrabbondanza dei profili testimonia infatti della loro varietà, e dà ormai la possibilità di trovare online persone per tutti i gusti. Ma poiché ogni medaglia ha il suo rovescio, proprio queste carrellate senza fine di foto e autodescrizioni rischiano spesso di complicare la scelta, trasformandola nell’ossessiva ricerca di un partner perfetto, che difficilmente si potrà trovare.
Il rischio è duplice: a) quello di un’iperselettività nei contatti e negli incontri, che porti a valutare e scartare in quattro e quattr’otto chiunque manifesti anche una sola caratteristica che non si sposi perfettamente con le aspettative (YANG, CHIOU, 2010,: FINKEL et al., 2012a-b-c); b) quello opposto, di sviluppare intense e precoci fantasie romantiche sulla base di intimi e prolungati interscambi online, solo per scontrarsi poi con amare delusioni nell’incontro faccia a faccia, nella misura in cui sovraccaricare l’altro di tante aspettative difficilmente permette che queste si realizzino (FINKEL et al., 2012a-b-c).
In particolare, esaminando sul fenomeno la letteratura scientifica statunitense, sono cinque gli assunti di base che risultano smentiti da quasi tutte le ricerche:
1.“Gli algoritmi matematici di abbinamento dei profili (affermatisi inizialmente nel business matrimoniale statunitense, ma in seguito adottati anche da varie agenzie matrimoniali italiane) hanno basi scientifiche”: FALSO.
Tutti i grandi colossi americani del settore rivendicano la proprietà intellettuale degli algoritmi predisposti dai loro team di psicologi/informatici/ricercatori e rifiutano di fornirne informazioni dettagliate a qualsiasi ricercatore esterno all’azienda che voglia testarne la validità (rifiuto motivato dall’esigenza commerciale della segretezza, per non favorire la concorrenza).
Così viene diffusamente proclamato l’utilizzo di algoritmi “scientifici”, basati su principi di similarità, o di complementarietà, se non – addirittura! – misteriosamente derivanti dal DNA, ma resta sempre ignoto "quali siano" in termini operativi i criteri adottati.
È una riservatezza paragonabile a quella delle grandi aziende del settore alimentare (es. Coca Cola), che si salvaguardano dalla divulgazione delle loro ricette. Ma le aziende alimentari non propugnano nessuna “scientificità” dei loro prodotti. Diversamente, le aziende farmaceutiche possono vantare metodi scientifici proprio nella misura in cui tutti i componenti dei loro farmaci, la metodologia e i test utilizzati sono sottoposti al vaglio accurato dell’intera comunità scientifica. Questo, però, non è mai avvenuto per gli algoritmi di affinità di eHarmony, Scientific Match, ecc… (FINKEL et al., 2012a)
In Italia queste rivendicazioni di “scientificità” sono ancor meno affidabili, giacché è insolito trovare all’interno delle aziende del settore figure che possano vantare una specifica competenza scientifica al riguardo (psicologi), e raramente è chiaro chi abbia predisposto – o da dove provengano – i test di personalità e gli algoritmi adottati.
2.“Gli algoritmi adottati sono efficaci nel massimizzare l’attrazione reciproca e il successo di una relazione a lungo termine”: FALSO.
Controversi sono a questo riguardo i risultati dei sondaggi statunitensi, poiché le conclusioni (positive) tratte dalle ricerche finanziate e commissionate dai più importanti siti d’incontro contraddicono i risultati assai meno incoraggianti che provengono dalle indagini realizzate da ricercatori estranei al business dell’online dating. La stampa divulgativa, purtroppo, fa normalmente eco solo ai riscontri positivi riportati dai sondaggi finanziati dalla committenza di settore (che spesso esercita anche una forte presenza mediatica), trascurando le pubblicazioni scientifiche sul tema, che non cessano invece di sottolineare i molteplici vizi metodologici dei suddetti sondaggi (utilizzo di campioni non casuali, effetto delle aspettative, effetto placebo, ecc...) e vi contrappongono ricerche più rigorose, con risultati di tutt'altro tenore (HOURAN et al., 2004), .Senza tuttavia scendere in questa sede nel dettaglio delle ricerche, può forse bastare soffermarsi sull’onesto riscontro dell'effetto-aspettativa ottenuto in un intrigante esperimento proprio da uno dei più popolari siti d’incontro statunitensi: OkCupid.
Il sito ha provato a falsare la compatibilità reciproca dei suoi utenti, proponendo loro percentuali di affinità diverse da quelle effettivamente riscontrate (es. 90% di compatibilità invece del 30%, e viceversa). Il successivo confronto delle percentuali di contatto e proseguimento delle conversazioni nei casi di “compatibilità falsata” (per difetto o per eccesso) e in quelli in cui la “compatibilità” suggerita corrispondeva davvero a quanto risultava dagli algoritmi adottati ha mostrato che non sussisteva nessuna differenza tra i due gruppi. In altri termini la semplice illusione di avere con l’altro/a una compatibilità del 90% produceva lo stesso effetto – in termini di percentuali di contatto e proseguimento della comunicazione – della “compatibilità” effettivamente ottenuta con gli algoritmi: il solo credere che il profilo fosse altamente compatibile (90% di affinità) bastava a generare e a prolungare i contatti, così come credere che non lo fosse (30% di affinità) bastava a scoraggiare la comunicazione (Rudder C., “We experiment on human beings!”, Oktrends, July 28, 2014 )
3.“Ciascuno di noi è buon giudice di quali siano le caratteristiche, proposte nei profili, che davvero sono in grado di attrarci nella persona fisica che ci farà innamorare”: FALSO.
Nell’incontro della vita reale la scintilla dell’attrazione scocca da una commistione di dettagli che sono inesorabilmente inaccessibili nel profilo che visioniamo online. Si tratta di un magico mix fatto di sguardi, gestualità, sorrisi, parole – la parola “giusta” pronunciata al momento “giusto”, il complice sorriso che balugina proprio in quel momento, quella camminata così “intrigante”, quel sorriso che spalanca allusioni solo a noi sintoniche, ecc…
Il contatto online è depauperato di tutto questo. Al suo posto vi sono foto non sempre corrispondenti alla realtà, cm e kg spesso ridefiniti allo scopo, e profluvi di parole accattivanti, che solo raramente corrispondono a quanto la persona fa e dice nell’incontro effettivo.
Ma anche a prescindere da tutto questo, la triste verità è che nemmeno noi (uomini e donne) conosciamo preliminarmente davvero quali siano le caratteristiche del partner capace di conquistare il nostro cuore. Carl Gustav Jung parlava di Persona e Ombra, animus e anima: tutti segreti che giacciono sprofondati nel nostro inconscio - vale a dire proprio in quella parte di noi stessi che meno conosciamo.
Così non fosse, perché mai ci innamoreremmo tanto spesso di persone che riescono solo a farci soffrire, e che perfino la nostra valutazione razionale può facilmente riconoscere come “inadatte a noi”, anche se il nostro cuore le ama ferocemente, nonostante tutto?
Gli algoritmi di affinità sono le illusioni di una società che crede che la scienza matematica abbia le soluzioni di tutto, ma altrettanto illusoria è la nostra convinzione di conoscere meglio di chiunque altro (algoritmi matematici compresi) quale sia l’uomo davvero adatto a noi. La verità è soltanto che, a parità di risultati, il fai-da-te conviene, perché di solito non costa nulla (mentre i sofisticati algoritmi delle agenzie matrimoniali ci impongono costi d’iscrizione).
In generale la cercatrice (e il cercatore) del partner online ha di solito aspettative/pretese sproporzionatamente alte: scarta i profili non appena incontra anche una sola caratteristica (secondaria) che non le/gli aggrada troppo (i.e, Perché accontentarsi, se può trovare in un altro partner solo caratteristiche gradite? Perché approfondire la conoscenza con un appassionato di calcio, se si può sperare di incontrare un profilo analogo che non ami anche il calcio?). Così il supermarket del cuore tradisce spesso le sue finalità offrendoci soltanto girotondi d’incontri, in cui tutto sembra perfetto sulla carta, ma poi manca sistematicamente “qualcosa”…
La conoscenza online resta una soluzione perfetta per le evasioni sessuali occasionali, ma lo è meno di frequente per le relazioni a lungo termine (FINKEL et al., 2012a-b-c). Cupido non si asservisce a tavolino o al pc: sbeffeggia il più delle volte le nostre ponderate valutazioni dei profili, mentre resta capace di sorprenderci scoccando la sua freccia proprio quando ci imbattiamo nel vicino di casa che magari non avevamo mai notato prima .
4.“Confrontare tra loro tanti diversi partner potenziali è un metodo efficace per scegliere quello ‘giusto’ ”: FALSO.
Opzioni di scelta ristrette limitano le possibilità, ma un sovraccarico di opportunità di scelta è altrettanto controproducente. Questo è ben noto in psicologia, a prescindere che si tratti della scelta di un partner, di un libro, o di un vasetto di marmellata. S’ingenera la sindrome del “bambino nel negozio di caramelle”: confusione, esitazione, paralisi decisionale, insoddisfazione (con rammarico per le alternative scartate).
Se poi l’utente ha un orientamento alla massimizzazione dei risultati (rispetto a chi meglio riesce ad accontentarsi; , ecco che il disastro è fatto: inizia l’iperselezione online (forzatamente basata su informazioni poco conclusive riguardo alle possibilità di successo di una relazione), oppure un lungo rosario di incontri deludenti (perché c’è sempre la possibilità di incontrare un’altra persona “più affine” (YANG, CHIOU, 2010).
5.“Esiste una corrispondenza tra le affinità riscontrate online e quelle rilevanti nella vita reale”: FALSO.
Senza volerci addentrare nel tema delle deliberate menzogne (intese a potenziare la desiderabilità del proprio profilo), basti ricordare che è risaputo come il modo in cui percepiamo noi stessi e le caratteristiche che ci attribuiamo differiscano significativamente dal modo in cui ci percepiscono gli altri, e dalle caratteristiche che gli altri ci attribuiscono.
Anche nella migliore delle ipotesi (sincerità delle intenzioni) ogni profilo self-report risulterà sempre viziato da questo inconveniente. Ma, al di là di questo, resta anche il fatto che la predominante ricerca di un profilo similare al proprio (analogamente a quanto avviene con gli algoritmi di abbinamento) è intrinsecamente fallace rispetto al successo di una relazione a lungo termine. E non solo perché, nella vita reale, vige anche il criterio per cui gli opposti si attraggono. Ma soprattutto perché il successo, la soddisfazione e la durata di una relazione dipendono in primo luogo da come i due partner evolvono nel corso del tempo, da come sapranno affrontare insieme le difficoltà, e da quali saranno le sfide che la vita riserverà loro (FINKEL et al, 2012°). Non c’è misura predisposta a tavolino che predica il futuro nel mondo degli affetti. Le risorse e i deficit di una coppia si possono analizzare solo nel momento in cui la coppia si è costituita. L’interazione tra due persone è qualcosa di più e di diverso dalla mera addizione dei loro tratti individuali di personalità: produce sconvolgimenti e “miracoli” che mai nessuno psicologo potrà predire basandosi solo sulle informazioni che riguardano singolarmente le due parti, anteriormente alla loro conoscenza effettiva. Questo è anche il motivo per cui tante intese, così perfette finché confinate alla virtualità del contatto online, scoppiano come una bolla di sapone non appena le due persone s’incontrano faccia a faccia. È Cupido che afferma la propria imperscrutabile magia. In altri termini, è proprio il nostro inconscio (ciò che di noi stessi non conosciamo, o che conosciamo assai poco) a riprendersi il timone della barca, a dispetto dei nostri diversi propositi.
Vi è poi un altro aspetto che, a mio avviso, tende a essere facilmente sottovalutato: quanto l’estensione territoriale della ricerca sia davvero utile ai fini di allacciare una relazione a lungo termine.
Assai più che un/a ragazzo/a in cerca del primo amore, è ormai assodato che l’utente tipico dei siti d’incontro – uomo o donna che sia – è di solito una persona che si colloca nella fascia centrale dell’età adulta (i.e, ha superato la trentina) e che proviene da precedenti unioni (matrimoniali e non). Questo solo riscontro basta a suggerire che normalmente si tratta di una persona con un impiego o un’attività già avviata nel suo luogo di residenza. L’allargamento geografico del bacino di ricerca, se dunque offre il vantaggio di non vincolare la ricerca del partner al proprio territorio e alla propria cerchia di conoscenze, dall’altro lato rende necessario (almeno se con l’attrazione si sviluppa anche un progetto di convivenza) il trasferimento di residenza di uno dei due partner.
In una società ad alta mobilità geografica come gli Stati Uniti (dove è consuetudine lasciare i propri luoghi d’origine già con l’ingresso al college) questa conseguenza può anche avere un impatto secondario, ma in un contesto come quello italiano, dove la stanzialità geografica prevale nettamente sulla mobilità, questa medaglia presenta un rovescio di non irrilevanti implicazioni, soprattutto nell’attuale congiuntura di crisi economica, che ha notevolmente ridotto le offerte di lavoro sull’intero territorio nazionale. Se il/la giovane in cerca della prima occupazione può ancora pensare di seguire il proprio cuore cercando lavoro e stabilendosi lì dove risiede la persona amata, è indubbiamente assai più oneroso farlo quando si ha ormai una propria casa e un lavoro avviato (salvo per chi lavora nel settore pubblico o in grandi aziende che possono acogliere le richieste di trasferimento). Scovare in internet le proprie affinità con qualcuno – altrettanto stanziale – che abiti anche solo a km 300 di distanza rischia pertanto di ingenerare soltanto, dopo la prima fase d’incontri programmati e d’intimità a distanza, la dolorosa scelta del “cosa fare per il futuro”. Affrontare tutti i rischi di un trasferimento (dovendo magari sradicare anche eventuali figli conviventi)? Convincere lui a stabilirsi a casa nostra (se abbiamo lo spazio per accoglierlo)? Rinunciare a ogni progetto di convivenza? Recidere, seppur a malincuore, il legame instauratosi?
Quando l’amore sbocciato online comincia a dover fare i conti con i dati della realtà, questi problemi si pongono inesorabilmente, perché in amore la distanza – alla lunga – non è un impedimento solo per chi è dotato di ali.
2. Vantaggi
Pur con tutte le cautele suggerite da quanto esposto più sopra, il mondo di internet ha davvero cambiato rispetto al passato il panorama degli incontri sentimentali e il modo in cui molte coppie si costituiscono.
Anche in Italia i siti d’incontro presenti in rete sono ormai innumerevoli, e si possono classificare in diverse categorie: portali di annunci personali, agenzie matrimoniali, portali di annunci erotici, speed dating, viaggi per single, ecc…
Per un’analisi delle differenze, una sommaria classifica di qualità, e una sinossi dei pro e contro di ciascuno, può comunque risultare utile: www.guida-incontri.it.
I portali degli annunci personali (meetic, zoosk, ecc…), proprio in quanto solitamente gratuiti, restano i più gettonati. Indubbiamente rappresentano una risorsa preziosa per quanti/e, non più giovanissimi/e, e magari poco propensi/e alla frequentazione dei tipici luoghi dove è possibile conoscere persone dell’altro sesso (discoteche, locali, palestre, scuole di ballo, ecc…), sono tuttavia desiderosi/e di allacciare una relazione di coppia.
Dopo la prima giovinezza, quando ormai si è concluso il periodo degli studi, e magari sul posto di lavoro non sono presenti colleghi/e papabili, diventa obiettivamente sempre più difficile venire casualmente a contatto nella vita quotidiana con partner potenziali, salvo predisporre nel proprio tempo libero apposite strategie in questa direzione. Ma la lunga desuetudine alla caccia al partner, che normalmente deriva da precedenti rapporti di coppia durevoli, dagli impegni di lavoro (e spesso di famiglia - almeno per le donne separate con figli conviventi), o da difficoltà ad approcciare il sesso opposto, fanno di questi portali una grande opportunità a disposizione di tutti, che può essere gestita comodamente da casa propria, con minimo dispendio di tempo e denaro.
Non è vero che a far ricorso a questi siti siano di preferenza le persone più timide, introverse, impacciate. Al contrario, sembra che il loro utilizzo sia preferito proprio dalle persone più disinvolte nei rapporti sociali, mentre chi è particolarmente timido, riservato, o socialmente inibito, tende a sottrarsi anche alle conoscenze online.
Il vero discrimine nell’utilizzo dei siti d’incontro è piuttosto la generale predisposizione all’uso del pc e alla navigazione in internet. Solo la fascia d’età si aggiunge a questo tratto discriminante, nel senso che i giovanissimi hanno perlopiù rapporti sociali abbastanza fitti da non aver bisogno di servirsi di internet a questo scopo.
Pur con tutte le controindicazioni riferite al processo di selezione del partner potenziale attraverso la comparazione dei profili, bisogna tuttavia riconoscere a questo sistema d’incontri sentimentali anche una depenalizzazione delle persone meno fisicamente appariscenti e meno socialmente esuberanti, rispetto a quanto avviene negli incontri offline.
La propria foto può, infatti, essere scelta con cura, in modo da valorizzare a livello estetico i propri punti di forza (occultando i difetti), come non avviene nell’impietoso incontro vis à vis. Questo può favorire le possibilità di dare avvio a contatti interpersonali in cui l’impatto della presenza fisica viene neutralizzato, e fa invece la parte del leone ciò che la persona ha effettivamente da dire (i.e., scrivere), insieme alla sua disponibilità alla self-disclosure, e alla capacità di relazionarsi in modo sintonico con la controparte. Chi è avvezzo a esprimersi per iscritto si trova dunque avvantaggiato. Il vantaggio potrà anche poi vanificarsi nel momento dell’incontro faccia a faccia, se la persona mostrerà inesorabilmente di non corrispondere ai canoni estetici dell’altro, ma se nel frattempo si sarà instaurato un legame affettivo sufficientemente profondo è possibile che la controparte sia più disposta a soprassedere sui propri ideali estetici di quanto non avvenga normalmente quando, in un ritrovo sociale, l’uomo (o la donna) passa in rassegna con lo sguardo tutti presenti solo per puntare il proprio mirino sulla candidata (o sul candidato) più accattivante.
In questo senso non concordo con il consiglio indiscriminato che viene proposto agli utenti di questi siti, di cercare di passare quanto prima dalla messaggistica all’appuntamento che permetta l’incontro in carne ed ossa.
Fermo restando, infatti, il rischio di costruirsi fantasie poco rispondenti alla realtà dell’altro – incorrendo poi in pesanti delusioni –, e lungi dal volervi opporre un non meno inopportuno invito indiscriminato a indugiare ad oltranza nei contatti meramente virtuali, ritengo che sia ragionevole fare delle distinzioni.
Se il mio punto di forza non è l’aspetto fisico (che magari non corrisponde ai canoni di bellezza dominanti – per peso, altezza, o difetto estetico) ma la mia persona nei suoi tratti più riposti, di interiorità, valori, attenzione per l’altro, interessi, ecc…, dare all’altro il tempo di meglio scoprire queste mie parti meno visibili esteriormente può solo aiutarlo a considerare quello che a una prima occhiata non vedrebbe di me.
Viceversa, se i miei punti di forza sono immediatamente evidenti, e soprattutto se io stessa adotto criteri di scelta che considerano imprescindibile l’attrazione fisica, è mio interesse pervenire in tempi rapidi al confronto diretto, faccia a faccia, per non sprecare tempo creandomi aspettative illusorie sul conto di chi potrebbe tutt’al più diventare un buon amico ma non il partner con cui andare a letto.
Una considerazione aggiuntiva merita il fatto che i portali di annunci personali (tanto meglio se gratuiti) battono dieci a uno le agenzie matrimoniali (a pagamento), quali che siano i criteri di selezione a abbinamento dei profili dichiarati dalle agenzie (algoritmi di abbinamento “scientifico” dei profili puramente pretestuosi). Non risulta scientificamente provata, infatti, nessuna differenza significativa tra le percentuali dei “successi” in agenzia rispetto a quelle derivanti dagli annunci fai-da-te. Pertanto, solo una personale esigenza di anonimato e privacy giustifica l’iscrizione all’agenzia.
Ma la rete offre anche molte altre opzioni per la conoscenza del partner, rispetto a quelle dei portali di annunci personali: agenzie di viaggi specializzate nell’offerta di viaggi per single, portali di organizzazione eventi per soli single, social network, forum tematici, ecc…
Uno dei vantaggi che attengono ai portali di annunci personali – in aggiunta alla possibilità di venire in contatto con tantissime persone esterne alla propria cerchia sociale - è quello di selezionare esclusivamente persone che sono dichiaratamente alla ricerca di una relazione di coppia.
Questo vantaggio è tuttavia indirettamente presente anche nelle varie community per soli single (es. www.singlemilano.it), o nelle agenzie specializzate in viaggi per single.
Lo scopo di incontrare il partner desiderato è in questi casi più implicito che esplicito, quando non apertamente scoraggiato dagli organizzatori, a favore di un intento di socializzazione e creazione di nuove amicizie, non necessariamente con risvolti sentimentali. Ma, di fatto, l’aspettativa predomina silenziosamente tra i partecipanti, ingenerando occasioni sociali d’incontro dove si attua surrettiziamente una vera e propria “battuta di caccia al partner potenziale”, avviando nel giro di poco tempo lo spontaneo aggregarsi di coppiette in fase di esplorazione reciproca. Questo spesso dispiace a chi partecipa al viaggio o all’evento con lo scopo più disinteressato di farsi semplicemente delle nuove amicizie, ma costituisce un’indubbia scorciatoia ai tempi dilazionati della conoscenza online, raccogliendo in un contesto di contatto interpersonale diretto persone dei due sessi comunque prive di un rapporto di coppia (e verosimilmente disponibili a instaurarne uno, se incontrano la persona “giusta”).
Sul versante opposto, internet offre anche innumerevoli siti, blog, forum, communities, e chat line, sulle tematiche più diverse, che non raccolgono persone alla ricerca del partner ma persone accomunate da uno stesso interesse rilevante.
In questi casi viene meno il vantaggio dei contatti circoscritti solo a chi è parimenti desideroso di instaurare una relazione sentimentale. Ma, lungi dal rivelarsi un reale svantaggio, proprio l’assenza – in questo caso - di un motivo scoperto di ricerca del partner, permette a mio giudizio di avviare in questo ambito delle conoscenze interpersonali online non fagocitate dall’impellenza di soppesare i profili, alla ricerca di quelli di proprio gradimento, lasciando così aperte tutte le possibilità a una progressiva e “naturale” scoperta delle affinità profonde tra gli interlocutori, e a un’eventuale attrazione reciproca e crescente intimità, che possono poi evolvere nella decisione di incontrarsi anche di persona.Proprio quest’ultima opportunità – così sottovalutata dalle indagini che si occupano del dating online - costituisce a mio giudizio una delle più importanti e sottaciute risorse della rete nel favorire un positivo allargamento delle proprie conoscenze personali, che potrà poi evolvere o non evolvere in un successivo innamoramento, al pari di quanto accade nei rapporti della vita quotidiana.
Se, infatti, è inevitabile che permanga anche a questo riguardo il “vizio” (i.e., la complicazione) dell’assenza di quell’impatto fisico diretto che caratterizza invece gli incontri offline, possono tuttavia risultare minimizzati in questo ambito tutti i processi di preselezione della controparte sulla base di irrilevanti caratteristiche menzionate nel profilo, per lasciar posto a un’assai più “naturale” scoperta graduale dell’altro, esattamente come avviene per le coppie che si conoscono fortuitamente nel mondo reale. In aggiunta, rispetto all’incontro fortuito della quotidianità, risultano preselezionate in questi ambiti virtuali proprio quelle persone che condividono una nostra passione (es. scrittura, astronomia, viaggi, spiritualità, ecc…), dandoci modo di conoscerle preliminarmente proprio rispetto ai loro giudizi e opinioni su temi per noi importanti. L’eventuale incontro che ne seguirà, nel caso entrambi siano sentimentalmente liberi, avrà dunque probabilmente una base di affinità assai più solida di quella deducibile da una mera crocetta siglata su una voce del test di personalità preliminare dei siti d'incontro (es. “amo i viaggi”, “amo lo sport”, ecc…), discriminando tra la possibile caterva di interessi/hobby quello che per entrambi rileva abbastanza da far partecipare attivamente a forum tematici.
Proprio questo canale di conoscenza - assai più di ogni altro tra quelli disponibili in rete - meriterebbe a mio avviso una considerazione particolare da parte di chi è in cerca dell’anima gemella. Le controindicazioni sono che richiede assai più pazienza e perseveranza di quanta ne serva in un portale di annunci personali. Ma soprattutto esige che la persona desiderosa di costruirsi una vita di coppia abbia già provveduto a dare interessi e pienezza alla propria vita, coltivando passioni personali con una dedizione e un entusiasmo tali da riuscire a intrigare (far innamorare?) qualcun altro. Richiede cioè che chi cerca un partner non vada in cerca di una stampella che compensi le proprie carenze, ma di una persona con cui poter gioiosamente e proficuamente condividere le proprie esperienze, le proprie passioni e le proprie risorse.
Questa, e soltanto questa, resta la via più efficace per risolvere la propria solitudine e per trovare un partner con cui poter essere davvero felici.
Per questo, nonostante la sovrabbondanza di siti d’incontro che possiamo trovare in internet, il compito fondamentale che spetta alla donna in divieto d’amore continua a essere quello di cercare in primo luogo se stessa, valorizzando le proprie passioni, le proprie risorse, le proprie capacità – e dunque la propria autonomia – piuttosto che limitarsi a struggersi per l’amore che le manca, passando da un appuntamento all’altro, e scartando uno alla volta tutti i potenziali partner, o venendone scartata, fino al punto da convincersi che non esista uomo davvero adatto a lei.
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Le ricerche statunitensi sul tema
Ci sono indubbiamente molte coppie felici che si sono conosciute attraverso i siti d’incontro (portali di annunci personali o agenzie matrimoniali). Non si può dunque demonizzare queste opportunità offerte dalla rete facendo di un’erba un fascio. Ma resta vero che le statistiche affidabili non sono certo le mirabolanti percentuali di successo dichiarate dalle stesse agenzie (Cicero pro domo sua), o da altri siti non meno coinvolti e/o interessati al business. Le sole statistiche degne di considerazione sono ai miei occhi quelle che provengono da sondaggi realizzati da ricercatori universitari non vincolati a soddisfare le aspettative di una committenza di parte (agenzie matrimoniali). Purtoppo, anche negli Stati Uniti, dove il fenomeno della ricerca online del partner ha subito un incremento esponenziale nel corso degli ultimi vent’anni, il quadro che ne risulta non è di agevole lettura, sia perché alcuni grossi colossi del business matrimoniale statunitense fungono da committenza nelle indagini sul tema tanto di istituti di ricerca privati quanto di quelli accademici, sia per la difficoltà di trasferire al contesto italiano dati provenienti da una realtà socioclturale così diversa.
Non si possono comunque ignorare i dati di una recente indagine condotta su un campione di 19.131 americani adulti che hanno contratto matrimonio tra il 2005 e il 2012 (CACIOPPO et al., 2013).
Più di un terzo di questi matrimoni risultano aver avuto origine da un incontro online (in metà dei casi avvenuto proprio attraverso i siti d’incontro), ma soprattutto le differenze riscontrate nel numero di separazioni/divorzi e nel grado di soddisfazione coniugale dichiarata sono entrambe risultate a favore delle coppie incontratesi in rete (percentuale più bassa di separazione/divorzi e valori più alti del grado di soddisfazione coniugale, con differenze statisticamente significative). Si tratta tuttavia di un’indagine commissionata da eHarmony.com, e condotta da ricercatori universitari professionalmente coinvolti nel ruolo di consulenti con l’azienda committente, anche se il loro operato è stato poi supervisionato e approvato da un’apposita commissione (neutrale?) dell’Università di Chicago. Ciò non toglie che, trattandosi di un sondaggio online con risposte su base volontaria (191.329 rispondenti su 471.719 email d’invito spedite), non sia inverosimile ipotizzare una prevalenza tra i rispondenti proprio di quella parte della popolazione che spende più tempo in internet (e quindi di coloro che vi ricorrono anche per la ricerca del partner). In secondo luogo, visto il permanere di un certo scetticismo socioculturale verso le unioni che nascono dalle chat o dai siti d’incontro (i.e., è ancora frequente per la coppia, mentire presso i conoscenti sull'origine online del loro incontro), sembra ragionevole pensare che possano essere stati più propensi a rispondere al sondaggio quanti potessero vantare un matrimonio felice e duraturo, nonostante l'incontro online, piuttosto che coloro che avrebbero dovuto riconoscere la breve durata del medesimo. In terzo luogo, la ricerca ha escluso dal campione - oltre ai minorenni e ai non residenti negli Stati Uniti - anche chi non si fosse sposato tra il 2005 e il 2012, lasciandoci aperto l’interrogativo su quanti di quei 122.265 questionari scartati dallo spoglio dei dati (per non rispondenza ai criteri di selezione) appartenessero a persone che pur essendosi affidate ai siti d’incontro non erano riuscire a trovare il partner desiderato e ad approdare così al matrimonio.
Al riguardo viene infatti a sostegno un secondo sondaggio statunitense, ancor più recente (PAUL, 2014), che estende l' indagine alle relazioni di coppia non coniugali che nascono dagli incontri online. Su un campione di 4.002 cittadini statunitensi, si ottengono in questo caso risultati opposti a quelli della ricerca precedente: la percentuale delle separazioni (sia coniugali che delle coppie di fatto) è in questo caso significativamente più alta tra le coppie che si incontrano online, ma soprattutto risulta inferiore il numero di coppie che giungono a sposarsi a seguito di un incontro online rispetto a quello delle coppie che si formano a partire da incontri della vita quotidiana. Significativamente, dietro questo disegno di ricerca non risulta esserci nessuna committenza coinvolta nella gestione di siti d’incontro.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Cacioppo, J. T., Cacioppo, S., Gonzaga, G. C., Ogburn, E. L., & VanderWeele, T. J. (2013). “Marital satisfaction and break-ups differ across on-line and off-line meeting venues”, Proceedings of the National Academy of Sciences, 110 (25).
Finkel, E. J., Eastwick, P. W., Karney, B. R., Reis, H. T., & Sprecher, S. (2012a), “Online dating: A critical analysis from the perspective of psychological science”, Psychological Science in the Public Interest, 13, 3-66.
Finkel, E. J.,Eastwick, P. W.,Karney, B. R.,Reis, Harry T., Sprecher, S. (2012b), “Dating in a digital world”, Scientific American Mind. 23, 4, pp.26-33.
Finkel E.J., Eastwick P.W., Karney B.R., Reis H.T. e Sprecher S. (2012c). “La rete dell’amore”, Mente & Cervello, 96, 50-59.
Giusti E., Di Nardo G. (2008), Trovare un partner gradito, Sovera, Roma
Houran J., Lange R., Rentfrow P.J., Bruckner K.H. (2004), “Do Online Matchmaking Tests Work? An Assessment of Preliminary Evidence for a Publicized ‘Predictive Model of Marital Success’”, North American Journal of Psychology”, 6, 3, 507-526.
Paul, A. (2014), “Is online better than offline for meeting partners? Depends: Are you looking to marry or to date?” Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 17(10), pp. 664-667.
Yang, M., Chiou W. (2010), “Looking Online for the Best Romantic Partner Reduces Decision Quality: The Moderating Role of Choice-Making Strategies”, Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 13, 2.